giovedì 24 gennaio 2013

Guarda che faccia!

Questo è stato uno dei primi libri che ho proposto a Gabriele. E' un libro cartonato piccolo e maneggevole, con gli angoli arrotondati,  dai colori molto intensi e che ritrae sei volti di bambino che esprimono diverse emozioni: gioia, tristezza, sorpresa e rabbia. Nella pagina accanto alla faccina di ogni bimbo è riportata la scritta, in diverse lingue, che riproduce il suono legato all'emozione.
In un primo momento Gabriele ha usato il libro solo per morderlo e infatti i bordi sono tutti smangiucchiati poi l'ho aiutato nell'aprire le pagine e lui con interesse guardava le faccine dei bambini.
A settembre, quando è iniziata la scuola, abbiamo portato il libro nella papàmobile in modo che potessimo giocare nel tragitto casa-nido e quindi sfogliando le pagine imitavo le faccine e Gabriele guardandomi ha iniziato ad imitarmi. Che ridere!
Oggi sfoglia il libro da solo, vede le faccine e le imita riproducendo anche fedelmente il suono!
Ma pochi giorni fa, preso da una pulsione distruttiva, a ridotto il libro così:

parto con la prima rilegatura!
C'è una bellissima recensione di questo libro nel blog di Federica Libri e Marmellata


Ma continuando con le emozioni, lo scorso fine settimana, ho creato le palette delle emozioni di homemademamma per Gabriele. Ho iniziato solo con quattro emozioni (stupore, gioia, rabbia e tristezza), presenti anche nel libro, e via via gli proporrò le altre.
Costruirle è stato semplice: oltre alle stampe delle faccine ho utilizzato cartone riciclato da scatole di biscotti o di scarpe, stuzzicadenti per spiedini e colla vinilica.



A Gabriele sono subito piaciute ed ecco le sue espressioni

tristezza
rabbia
stupore
Che forte il mio cucciolo!

 

lunedì 14 gennaio 2013

I bambini non dimenticano nulla

Oggi Gabriele è ritornato a scuola dopo ben 40 giorni di assenza. Ad inizio dicembre, dietro consiglio del pediatra, abbiamo anticipato le vacenze natalizie per farlo rimettere dalle due enteriti successive che gli hanno fatto perdere molto peso.
Il papà, come sempre, lo ha accompagnato al nido e lui vista la maestra Moira le si è gettata tra le braccia e poi ha indicato il citofono. Lei gliel'ha porto e lui lo ha portato all'orecchio per poi ridarglielo. Lo stesso rituale di tutti i giorni all'asilo! E' incredibile dopo tanto tempo che è stato a casa!

La stessa cosa l'ho notata nel periodo natalizio durante la vacanza dai nonni. Ad ogni familiare che ha visto si è ricordato del gesto che fa per giocare con lui ed attrarre la sua attenzione e lo ha ripetuto. Con ciascuno il suo! E quindi con lo zio G.  con le due manine fa il gesto "vieni, vieni" dicendo "hìì, hììì" perchè questo è il modo in cui zio G. lo accoglie per prenderlo in braccio. Con la zia E. apre la bocca e sospira "haaaaaa" perchè la zia quando gioca con lui lo rincorre facendo "ahahahah" per poi sbaciucchiarselo tutto. Con la nonna tira dentro il fiato emettendo uno strano suono perchè quando lei ride fa la stessa cosa. Con lo zio Gio fa roteare la manina con le dita a forma di cono e dice "babà" (come al solito i bambini imparano subito le parole da non dire) perchè glielo ha detto lui... Lo zio R. porta il dito alla bocca e fa il rumore del tappo di bottiglia e lui quando lo vede imita la stessa cosa! E tutto questo anche se le nostre vacanze nell'amata Napoli sono poco frequenti.

I bambini non dimenticano nulla...

martedì 8 gennaio 2013

Amore assoluto

Tutto è iniziato quando è nato Gabriele il 26 settembre 2011. Non pensavo che la nascita di un figlio potesse creare nel mio animo tanto scompiglio come una tempesta che arriva improvvisa in un tranquillo pomeriggio d'estate. Da allora è stato un susseguirsi di forti emozioni: felicità, gioia, allegria ma soprattutto amore. Pensavo di conoscere questo sentimento come quello che provo per mio marito, un amore unico, incondizionato che ci tiene uniti da ben 18 anni. Non è però questo, l'amore verso un figlio è un amore assoluto, è come essere in uno stato di estasi del cuore. Ogni volta che lo guardo vorrei cercare di spiegare il sentimento che provo ma non ci riesco, non ci sono parole, per ora.

lunedì 7 gennaio 2013

Il vocabolario di Gabriele

Oltre alle parole mamma e papà, utilizzate per chiamare non solo noi ma tutte le persone di sesso femminile e maschile che incontra, il vocabolario di Gabriele è:
  
  A che significa acqua o apri a seconda del contesto
  Aazie che significa grazie ma lo dice quando ti porge un oggetto
  Babà con manima chiusa a cono che rotea che a Napoli ha un significato ben preciso e si usa per dare dello stupido in modo amichevole o giocondo. E questa subito l'ha imparata dalla prima volta che lo zio Gio l'ha pronunciata
  Ne che significa no
  Se che significa si
  Tetè è il tettè di cucù :)
  The con manina che indica un oggetto e che significa voglio quella cosa. Non sempre però indoviniamo quello che vuole 
  Thethe con braccine aperte e pollice ed indice che roteano che significa non c'è più, è finito